Poi sono
entrata a scuola e sono passata a scarabocchiare nel quaderno di scuola, e infine
anche sui libri, aggiungendo emozione alle parole del testo che risultava più
chiaro e facile da ricordare; per me soltanto le illustrazioni sono veramente leggibili.
Durante le scuole medie, sdraiata sul pavimento
della mia camera, disegnavo gatti azzurri
con grandi occhi gialli, su ruvidi fogli
neri (50x70). Usavo i gessetti, quelli polverosi e di tanti colori, perché mi piaceva moltissimo sfumarli con le dita.
Una
mattina d’inverno, rientrò a casa mio
padre con un suo amico pasticcere che vide i miei gatti e mi chiese se per caso
li volessi vendere; rimasi sorpresa e
poi ... non sapevo valutarli.
Si stava
avvicinando il giorno del mio compleanno ed allora mio padre propose al pasticcere i miei
gatti azzurri in cambio di una torta da consegnare per il giorno suddetto. Siccome
il mio compleanno cadeva dopo un mese, pensai
che il pasticcere dimenticasse l’impegno
e non ci pensai più.
Arrivò il giorno fatidico ed ero tutta immersa nei compiti
di scuola quando mia madre mi disse di aprire la porta dell’ingresso di casa. Se
mi avessero chiesto di disegnare quella
torta non sarei riuscita ad immaginarla così grande.
Il pasticcere, con un
grande sorriso, mi fece gli auguri e mi chiese se la torta fosse sufficiente a
pagare i miei disegni che gli erano piaciuti tanto e che aveva appeso in salotto.
Babazzurra
Nessun commento:
Posta un commento