Mi capita sempre più, ormai, di rileggere certi libri che, anche se datati, possono dare risposte chiare e semplici ai dilemmi dei nostri giorni. Antoine de Saint-Exupéry scrisse in “Terre des hommes” a proposito della verità, nel 1939, cap.VIII “Les hommes”:
“ La vérité, ce n'est point ce qui se
démontre. Si dans ce terrain, et non dans un autre, les orangers développent de
solides racines et se chargent de fruits, ce terrain-là c'est la vérité des
orangers.
Si cette religion, si cette culture, si cette échelle de
valeurs, si cette forme d'activité et non telles autres, favorisent dans
l'homme cette plénitude, délivrent en lui un grand seigneur qui s'ignorait, c'est que cette
échelle des valeurs, cette culture, cette forme d'activité, sont la vérité de
l'homme.
La
logique ? Qu'elle se débrouille pour rendre compte de la vie ”.
“La verità non è affatto come sembra. Se in
questo terreno, e non in un altro, gli aranci sviluppano radici forti e si
prendono cura dei frutti, quel terreno è la verità per gli aranci.
Se
questa religione, se questa cultura, se questa scala di valori, se questa
forma di attività e non quelle altre, favoriscono nell'uomo questa abbondanza, si
manifesta in lui una nobiltà d'animo che non sapeva di avere; questa
scala di valori, questa cultura, questa forma di attività sono la verità per
l'uomo.
Il significato logico? Quel che si riesce a
fare per realizzare la propria vita”.
Medicina e filosofia: un convegno all'Università
Oggi si dialoga a Sassari, dalle
9 fino a sera, nell'aula Eleonora d'Arborea dell'Università, su:
“La ricerca sull' umano tra verità e
persuasione: un dialogo tra medicina e filosofia”.
Anche se grandi
progressi sono stati fatti in medicina fino ad oggi quali:
- le ricadute tecnologiche e le nuove tecniche che
la medicina spaziale ha sulla medicina di tutti i giorni;
- la scoperta delle
cellule del cervello che elaborano una sorta di mappa spaziale: il GPS del cervello;
- la
rivoluzionaria medicina rigenerativa che con una semplice iniezione endovenosa
di cellule staminali adulte ripara e cura selettivamente;
- oggi un tetraplegico può agevolmente gestire col pensiero un
braccio robotizzato e quindi compiere alcune azioni quotidiane anche complesse;
- il
laser convenzionale (1958) è ora digitale;
- con un
semplice esame del sangue è possibile fare diagnosi di rischio di insorgenza di
Alzheimer a un anno se sono presenti 10 proteine predittive della malattia;
- le stampanti
in 3D creano organi da trapiantare a partire da cellule altamente specializzate;
- eccetera, eccetera .....
- eccetera, eccetera .....
Oggi, nonostante il progresso scientifico e tecnologico abbia raggiunto un notevole sviluppo, al Convegno ci si domanda:
-
Quanto possiamo fidarci degli ultimi risultati delle
ricerche in campo medico?
-
In che senso possiamo dire che esse ci forniscono una
verità sulla realtà dell'uomo?
-
In che senso
possono ritenerlo gli stessi ricercatori ?
-
Possiamo lasciarci persuadere razionalmente ad
assumere questo o quel trattamento?
-
Oppure dobbiamo accettare le indicazioni terapeutiche
sulla base di un accordo fiduciario?
-
Come vorremmo che ci fossero comunicate le innovazioni
scientifiche per poterle comprendere, e le decisioni terapeutiche per poterle
accettare?
Il convegno tenterà di stabilire una “prima intesa” su
come interrogarci sul loro contenuto e sulle loro prospettive di sviluppo.
Secondo me Costoro, che non sono quelle eminenze grigie che hanno contribuito al progresso scientifico, dovrebbero porsi nei panni dei pazienti e tentare di risolvere quei vecchi problemi irrisolti che ancora attendono delle risposte, prima di proiettarsi in un futuro sviluppo
stratosferico che non appartiene loro, e chiedersi ad esempio:
- Quanto possono fidarsi, i pazienti, del Nostro sapere diagnostico in campo medico?
- In che modo possiamo dire di aver mirato ad una diagnosi più completa e profonda ?
- Qual è il nostro livello di diagnosi ?
- Siamo capaci di assumerci pienamente le nostre responsabilità quando prendiamo decisioni vitali?
- Manteniamo rapporti col sistema sanitario locale e nazionale o mandiamo il paziente a vagabondare nei vari studi specialistici sollevandoci dal compito affidatoci ?
Spesso la decisione influenza l'intero avvenire del paziente!
- Quanto possono fidarsi, i pazienti, del Nostro sapere diagnostico in campo medico?
- In che modo possiamo dire di aver mirato ad una diagnosi più completa e profonda ?
- Qual è il nostro livello di diagnosi ?
- Siamo capaci di assumerci pienamente le nostre responsabilità quando prendiamo decisioni vitali?
- Manteniamo rapporti col sistema sanitario locale e nazionale o mandiamo il paziente a vagabondare nei vari studi specialistici sollevandoci dal compito affidatoci ?
Spesso la decisione influenza l'intero avvenire del paziente!
Ho provato a scrivere in rima alcune verità
La comunicazione e la persuasione
LE RICETTE
I sanitari non la smettono
e lanciano, senza fiacca,
l’invito “faccia questa cura” e “si fidi”,
le fonti: “esperienze” e “strategie”.
Il povero paziente
esclama, assai compunto:
“Continuano a prescrivere,
Perché non fare punto?!”.
“Gli occhi vedono quello che la mente sa”.
L’ATTESA
I pazienti spesso attendono
Molti mesi per trovare
Liberi quegli apparecchi
Che or sogliono cercare
E che con più realismo,
sfuggendo il compromesso,
potrebbero trovare
all'estero già adesso ….
IL DUBBIO
Da un mese ormai ogni sera
Mia moglie esce, dicendo:
“Io vado dalla dottoressa”.
Un dubbio (ahimè) tremendo
Mi è nato nel cervello,
mi rode il cuore: “ Vanessa,
io temo che tu vada
davvero dalla dottoressa!”
LA VITA
Giovanni: “La moglie tua è ingrassata,
ma molto.
Antonio: “Eh sì, la vita
è fatta in modo che
raggiungere i cento
centimetri, Giovanni,
è assai più facile che
raggiungere i cent’anni!”.
Babazzurra
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