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lunedì 27 ottobre 2014

La Verità


Mi capita sempre più, ormai, di rileggere certi libri che, anche se datati, possono dare risposte chiare e semplici ai dilemmi dei nostri giorni. Antoine de Saint-Exupéry scrisse in “Terre des hommes” a proposito della verità, nel 1939, cap.VIII “Les hommes”:

  “ La vérité, ce n'est point ce qui se démontre. Si dans ce terrain, et non dans un autre, les orangers développent de solides racines et se chargent de fruits, ce terrain-là c'est la vérité des orangers.

    Si cette religion, si cette culture, si cette échelle de valeurs, si cette forme d'activité et non telles autres, favorisent dans l'homme cette plénitude, délivrent en lui un grand  seigneur qui s'ignorait, c'est que cette échelle des valeurs, cette culture, cette forme d'activité, sont la vérité de l'homme.

   La logique ? Qu'elle se débrouille pour rendre compte de la vie ”.

    “La verità non è affatto come sembra. Se in questo terreno, e non in un altro, gli aranci sviluppano radici forti e si prendono cura dei frutti, quel terreno è la verità per gli aranci.
     Se questa religione, se questa cultura, se questa  scala di valori, se questa forma di attività e non quelle altre, favoriscono nell'uomo questa abbondanza, si manifesta in lui una nobiltà d'animo che non sapeva di avere; questa  scala di valori, questa cultura, questa forma di attività sono la verità per l'uomo.
    Il significato logico? Quel che si riesce a fare per realizzare la propria vita”.

Medicina e filosofia: un convegno all'Università
Oggi si dialoga a Sassari, dalle 9 fino a sera, nell'aula Eleonora d'Arborea dell'Università, su:

 “La ricerca sull' umano tra verità e persuasione: un dialogo tra medicina e filosofia”.

Anche se grandi progressi sono stati fatti in medicina fino ad oggi quali:

- le ricadute tecnologiche e le nuove tecniche che la medicina spaziale ha sulla medicina di tutti i giorni;

- la scoperta delle cellule del cervello che elaborano una sorta di mappa spaziale:  il GPS del cervello;

- la rivoluzionaria medicina rigenerativa che con una semplice iniezione endovenosa di cellule staminali adulte ripara e cura selettivamente;

- oggi un tetraplegico può agevolmente gestire col pensiero un braccio robotizzato e quindi compiere alcune azioni quotidiane anche complesse;

- il laser convenzionale (1958) è ora digitale;

con un semplice esame del sangue è possibile fare diagnosi di rischio di insorgenza di Alzheimer a un anno se sono presenti 10 proteine predittive della malattia;

- le stampanti in 3D creano organi da trapiantare a partire da cellule altamente specializzate;

-  eccetera, eccetera .....


Oggi, nonostante il progresso scientifico e tecnologico abbia raggiunto un notevole sviluppo, al Convegno ci si domanda:
-      Quanto possiamo fidarci degli ultimi risultati delle ricerche in campo medico?
-      In che senso possiamo dire che esse ci forniscono una verità sulla realtà dell'uomo?
-       In che senso possono ritenerlo gli stessi ricercatori ?
-      Possiamo lasciarci persuadere razionalmente ad assumere questo o quel trattamento?
-      Oppure dobbiamo accettare le indicazioni terapeutiche sulla base di un accordo fiduciario?
-      Come vorremmo che ci fossero comunicate le innovazioni scientifiche per poterle comprendere, e le decisioni terapeutiche per poterle accettare?

Il convegno tenterà di stabilire una “prima intesa” su come interrogarci sul loro contenuto e sulle loro prospettive di sviluppo.


Secondo me Costoro, che non sono quelle eminenze grigie che hanno contribuito al progresso scientifico, dovrebbero porsi nei panni dei pazienti e tentare di risolvere quei vecchi problemi irrisolti che ancora attendono delle risposte, prima di proiettarsi in un futuro sviluppo stratosferico che non appartiene loro, e chiedersi ad esempio:

- Quanto possono fidarsi, i pazienti, del Nostro sapere diagnostico in campo medico?
-  In che modo possiamo dire di aver mirato ad una diagnosi più completa e profonda ?
-  Qual è il nostro livello di diagnosi ?
-  Siamo capaci di assumerci pienamente le nostre responsabilità quando prendiamo decisioni vitali?
- Manteniamo rapporti col sistema sanitario locale e nazionale o mandiamo il paziente a vagabondare nei vari studi specialistici sollevandoci dal compito affidatoci ? 

Spesso la decisione influenza l'intero avvenire del paziente!
Ho provato a scrivere in rima  alcune verità


La comunicazione e la persuasione


LE RICETTE
I sanitari non la smettono
e lanciano, senza fiacca,
l’invito “faccia questa cura” e “si fidi”,
le fonti: “esperienze” e “strategie”.
Il povero paziente
esclama, assai compunto:
“Continuano a prescrivere,
 Perché non fare punto?!”.

“Gli occhi vedono quello che la mente sa”.

L’ATTESA
I pazienti spesso attendono
Molti mesi per trovare
Liberi quegli apparecchi
Che or sogliono cercare
E che con più realismo,
sfuggendo il compromesso,
potrebbero trovare
all'estero già adesso ….

IL DUBBIO
Da un mese ormai ogni sera
Mia moglie esce, dicendo:
“Io vado dalla dottoressa”.

Un dubbio (ahimè) tremendo
Mi è nato nel cervello,
mi rode il cuore: “ Vanessa,
io temo che tu vada
davvero dalla dottoressa!”

LA  VITA
Giovanni: “La moglie tua è ingrassata,
ma molto.
Antonio: “Eh sì, la vita
è fatta in modo che
raggiungere i cento
centimetri, Giovanni,
è assai più facile che
raggiungere i cent’anni!”.

Babazzurra

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